Achille Ragazzoni e Giulio Vignoli
“Fert” e “Il Nizzardo”
Prefazione di Maria Beatrice di Savoia
Inizio proprio dalla bella prefazione
di Maria Beatrice, principessa d’Italia, oggi di anni 82, ultima dei quattro
figli di Umberto II e di Maria José , che ebbe una
vita travagliata e che si è dedicata anche ad opere di beneficenza.
Inserisco la bella foto di famiglia ai
giardini del Quirinale del 1945:
Ci spiega Maria Beatrice:
“Purtroppo
l’Unità d’Italia fu raggiunta cedendo alla Francia due territori appartenenti
alla Dinastia Sabauda: da secoli la Savoia (di cui la Famiglia porta il nome)
francofona, il Nizzardo a maggioranza italofono…
“Dolorosa e grave fu la cessione di
Nizza. Soprattutto la città ma anche il Contado era abitato da italiani di
lingua e di sentimenti…
“L’affezione della popolazione alla
Casa Regnante era ben nota, infatti Umberto Biancamano, capostipite della
Dinastia, era presente in loco nel 900 d.C.

Continua la principessa Maria Beatrice:
“Si è voluto ricordare anche “il Nizzardo”, non quello soppresso dai francesi,
bensì quello fondato dal generale Ezio Garibaldi, nipote del Grande, quando negli anni ’40 fu più
vivace il richiamo alla città di Garibaldi.
“Verso
la fine della guerra Nizza fu occupata dal nostro esercito e molte furono le
speranze che tornasse all’Italia, ma la guerra fu persa”.
Profonda malinconia in queste parole
che chiudono la commossa prefazione.
Questa la foto
di Fert Questa la cover del libro di
A.Ragazzoni e G.Vignoli
Fert
è
il motto di Casa Savoia e significherebbe Fortitudo eius Rhodum tenuit,
cioè La sua forza possedette Rodi.
Dagli Autori viene spiegato che hanno usato il
dubitativo perché i Savoia non furono mai signori di Rodi, ma ebbero i titoli
di Re di Cipro, Gerusalemme e Armenia, poiché un Savoia sposò l’ultima Regina
legittima di Cipro prima della veneziana Cornaro che portava anche gli altri
titoli. Perché leggere questo agile libretto di 108 pagine è fare un tuffo
nella storia.
Fert
fu anche il titolo di una rivista in cui fu mutato il titolo di un Bollettino
(nato a fine del 1911) dell’Associazione Oriundi Savoiardi e Nizzardi, di cui
uscirono nove numeri, uno all’anno.
L’idea di fondare un’associazione che raccogliesse i
Savoiardi e i Nizzardi italiani sorse a Torino il 24 giugno 1910, anniversario
della battaglia di S. Martino nella seconda guerra d’indipendenza a ben 50 anni
dopo l’annessione alla Francia.
Prima di addentrarsi in alcuni particolari presento
gli Autori di questa pregevole opera che ci ricorda una parte importante
della nostra storia:
Achille Ragazzoni
ha dedicato ricerche e studi a Nizza e alla sua Contea, ha approfondito la
storia di “Nizza Fedele”, pubblicando opere al riguardo e organizzando
convegni. E’ il più noto cultore della materia anche
con riferimento al Brigasco e al Tendasco.
Giulio Vignoli,
già professore universitario di materie internazionali, ha pubblicato studi su
Nizza e il Nizzardo, interessandosi anche alla Savoia e alla sua Dinastia
millenaria.
-Da parte mia solo una piccola considerazione: i re
hanno alle spalle secoli di storia e, pur se hanno sbagliato, questo li sposta
in una dimensione più alta di quella dei vari presidenti della Repubblica.-
Le ultime venti pagine del libro sono di documenti
storici che dopo la lettura del libro c’immergono
ancor più in questa storia di un territorio che avrebbe dovuto essere nostro ma
la pace e la storia non sono mai giuste come vorrebbero insegnarci oggi
capovolgendo ciò che segue ad ogni guerra.
Cenni storici.
Nizza fu fondata nel 350 a.C. dai coloni focesi di
Marsiglia e il suo nome deriverebbe dalla vittoria “Nikŋ”
Nel sec. XI si eresse a libero comune eleggendo propri
consoli e acquistando importanza marinara.
Non poté sottrarsi all’influenza dei conti di
Provenza, passata la Provenza sotto gli Angiò si mise però contro Luigi che vi signoreggiava e chiesero aiuto al conte Amedeo
VII di Savoia (1388).
Nel 1402 gli Angioini rinunciavano formalmente al
possesso di Nizza che passava sotto la giurisdizione dei Savoia.
Amedeo VIII faceva prestare loro il
giuramento di perpetua fedeltà.
Nel 1543 Nizza sostenne un assedio da parte dei Francesi alleati con
Turchi e contro di loro combatté vincendo l’umile lavandaia Caterina
Segurana che viene ritratta nella cover del libro di Ragazzoni-Vignoli.
Emanuele Filiberto di Savoia e Carlo Emanuele I
apportarono alla città benefici miglioramenti.
Divenuta poi rifugio dei nobili emigrati durante la
Rivoluzione francese fu occupata di sorpresa per ordine del governo
rivoluzionario e rimase francese per tutto il periodo napoleonico.
Al momento della restaurazione tornò
sotto il dominio sabaudo.
Nel convegno di Plombières Cavour la promise a
Napoleone III al fine di avere l’appoggio francese nella guerra che il Piemonte
stava per dichiarare all’Austria. L’armistizio di Villafranca sembrò annullare
quell’impegno ma nel Trattato di Torino (1860) Nizza venne
definitivamente ceduta alla Francia per ottenere il consenso di
Napoleone III alle annessioni dell’Emilia e della Toscana al Regno di Sardegna.
Il 15 e 16 aprile, preceduto da un proclama di congedo
del re di Sardegna e
da un’intensa propaganda francese, si svolse a Nizza un plebiscito che riuscì
favorevole, con larga maggioranza, all’annessione alla Francia.